IL GRAN CONTAGIO DI VERONA
Nel Milleſeicento e trenta.
Deſcritto
DA FRANCESCO PONA
Filoſofo Medico di Collegio.
ALL’ILLUSTRISS. ET ECCELLENTISS. SIGNOR
PIETRO CORRARO
CAPITANIO.
IN VERONA MDCCXXVII
Per li Fratelli Merli, Stampatori Camerali Con licenza de’ Superiori
Illuſtriſs. & Eccellentiſs.
Signore.
Rappresento sù la Scena della Hiſtoria, à documento de’ Posteri, la tragedia miſeranda del Contagio, le cui piaghe ſono ancora cruente . Il ſembiante di queſti fogli é così horrido, che ſe non iſcuotono da loro qualche parte della nebbia doloroſa che li circonda, già diffido, che alcun occhio ſia per mirarli. Che perciò al lume chiarissimo della ſplendida Vostra Porpora riuerente li inalzo, perche tocchi da’ raggi auguſti di Quella, e reſi illuſtri dal Nome d’ un Senatore così grande, e conſpicuo per ogni eminente conditione, reſtino in modo raſſerenati, che inuoglino i cuori à intraprenderne, e proseguirne la lettura; e perche l’opera di tal guiſa raccomandata alla Fama, ritroui nelle Morti rammemorate di tanti, e tanti, Vita immortale. Acconſenta Ella benignamente quella gratia; & à Lei l’ Auttore delle Gratie, Vita lunga, accompagnata da fauſtiſſimi Eventi.
Di Caſa gli 30. Ottobre 1631.
Ei V. E. Illuſtriſs.
Vero ſeru. humiliſs.
Franceſco Pona.
This text is a part of the publication and translation of Il gran contagio di Verona nel milleseicento, e trenta (1631) by Francesco Pona (1595–1655), an eyewitness account of the plague epidemic in Verona in 1630.
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