Il mermeo in giro
The four volumes of Gli abiti de veneziani di quasi ogni età con diligenza raccolti e dipinti nel secolo XVIII, by Giovanni Grevembroch (1731–1807), contains over six hundred watercolours of how Venetians dressed in the 1700s.
Giovanni Grevembroch worked for the Venetian nobleman Pietro Gradenigo for two decades, during which he made over three thousand drawings and watercolours. This body of work found its way, with the rest of Gradenigo’s library, into the collections of the Museo Correr.
Quacking Around
Not a small number of farmers from the Mestre area, and especially from the Village of Chierignago, profit from their industry in the months of April and May, since by removing certain rustic manufactures, they go around, in order to sell them for little money. They obtain greater profit in the contract of a prodigious quantity of small birds, domesticated since Autumn in small cages, which, feeling the Spring resurrected, with the beating of their wings, and with their singing, entice the Venetians to bring such a grateful entertainment to their Wives, and to the Children. The Sellers of these Birds usually take possession of two fixed places, that is, in sites adjacent to the Churches of S. Basso, and S. Giacomo, where the influx of People suspends other businesses, enjoying for some time the mixed whistling of various voices, and of the different colour of the innumerable species, as well as of the tireless male quails.1
To Andrea Piccinin, and Pietro Bosso the most reputed in the success of these songs
Birds, and proceeding from the Village of Spinea to our Metropolis.
Translator’s notes
- The word merméo, or rather marmèo, in the title refers to the cry of the quails. ↩︎
Original Italian text
Il mermeo in giro
Non poco numero di Contadini del Territorio di Mestre, e massime della Villa di Chierignago, lucrano della loro industria ne Mesi di Aprile, e Maggio, poiche asportando certe rustiche Manifatture, vanno girando, onde esitarle per poca Moneta. Maggior profitto ricavano essi nel contratto di una prodigiosa quantità di garoli Uccelletti, domesticati sino dall’ Autunno in picciole Gabie, quali sentendo risorta la Primavera, col battere delle Ali, e col canto invogliano gli Veneziani a tradurre sì grato trattenimento alle Mogli, ed a Figliuoli. Di due posti fissi, e principali sono soliti impossessarsi gli Venditori di tali Volatili, cioè in siti contigui alle Chiese di S. Basso, e di S. Giacomo, dove l’affluenza del Popolo sospende gli affari, godendo per qualche spazio di tempo del misto sibillato di varie voci, e del colorito differente della innumerabile specie, non che dell’instancabile de’ Quagliotti.
Ad Andrea Piccinin, et Pietro Bosso li più riputati nell’esito di questi canori Volatili, e procedenti dalla Villa di Spinea alla nostra Metropoli.
Grevembroch, Giovanni. Gli abiti de veneziani di quasi ogni eta con diligenza raccolti e dipinti nel secolo XVIII, orig. c. 1754. Venezia, Filippi Editore, 1981, vol. 4, p. 77.
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